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 L'origine Dei Mastrorill

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MessaggioTitolo: L'origine Dei Mastrorill   L'origine Dei Mastrorill Icon_minitimeVen Giu 29, 2007 7:00 am

L'incontro:

Tutto ebbe inizio in una squallida locanda di un piccolo villaggio situato nella strada che dalla città dei Nani porta a Vesper.
Quella sera era molto umida, aveva piovuto per tutta la giornata ed io ero molto stanco e provato, avevo bisogno di riposare...la mia strana cicatrice a forma di tridente rovesciato aveva ripreso a pulsare e il petto mi duoleva.
Era la prima volta che giungevo in quella locanda, la Testa di Porco, nota per le sua specialità del maiale al peperoncino.
Ne ordinai una porzione e mi sedetti in un angolo.
Subito notai una strana coppia, sembrava come se non si conoscessero, uno era certamente un guerriero, indossava un armatura pesante e aveva un alabarda di bronzo appoggiata contro il muro.
L'altro indossava un semplice corpetto di pelle ed era avvolto nel suo mantello nero... sembrava proprio un pirata!
Ma che ci poteva fare un pirata di Buccaner così lontano dalle sue terre?
La mia curiosità sulla strana coppia fu dovuta specialmente al volto deturpato da innumerevoli cicatrici del presunto pirata... ma tra un boccale e l'altro l'alcol ebbe il sopravvento e quasi non ci feci piu' caso.
Si fece tardi e quando stavo per recarmi nella mia stanza avvenne l'impensabile...
Il guerriero, urlando pazzamente si stava spogliando della sua armatura pesante e stava mostrando la sua cicatrice.
Una bella rissa pensai...ma così non fu...
repentinamente estrasse il suo falcetto argenteo dalla cintura e lo sgozzò!
Rimasi immobile, non tanto per il gesto crudele, ma per il fatto che aveva la mia stessa cicatrice nello stesso punto!
Il locandiere iniziò ad urlare, qualcuno scappò, altri scesero dalle loro stanze.
Il guerriero pareva molto turbato dal suo gesto e stranamente rimase immobile...
non poteva essere un cacciatore di taglie, non erano quelli i modi di agire... non gli aveva preso la testa per riportarla come prova del suo lavoro.
A quel punto non mi restò che avvicinarmi, gli presi il braccio e dissi mostrandogli il petto: " Andiamocene da qui, non è più un posto sicuro, abbiamo molte cose da raccontarci"
Il guerriero semplicemente annuì, uscimmo... imprecai perche' riprese a piovere e ci dirigemmo in piena notte alla volta di Vesper.


L'agguato:

Dopo un ora di marcia, fummo costretti a fermarci, i cavalli erano molto stanchi,ormai avevamo abbandonato il sentiero principale...la paura che l'omicidio di Taipan, quello era il nome del guerriero, fosse arrivato alle guardie era troppa...
Noi eravamo degli adoratori della Gelida, ma non assassini incondizionati, io soprattutto avevo sempre seguito una mia morale, e assassinare un uomo a sangue freddo non rientrava nel mio codice...e soprattutto pur adorando la gelida, il regno degli stati liberi non tollerava omicidi come quello...camminavamo lungo la foresta, ormai piena di fango e quell'ora di marcia ci fu davvero difficoltosa.
Non parlammo, non dicemmo niente, avevamo il fiato grosso... in corrispondenza di una radura smise di piovere... forse la Gelida non ci aveva del tutto abbandonato...ci accampammo.
Taipan tirò fuori dal suo zaino del lardo e dei pomodori, io provai ad accendere un fuocherello per tentare di riscaldarci, ma mai tale azione si rivelò più sbagliata!
Fummo circondati da un nugulo di furfanti, Taipan afferrò la sua Alabarda, io pregai Morgia recitando una preghiera di protezione, ma una voce femminile invase la radura.
Non capimmo da dove proveniva, ma era forte e concisa, la voce di un capo... di chi comanda:"
Sono Jaren La Prief,il comandante di questi furfanti, siete circondati dai miei uomini, se volete avere salva la vita consegnateci tutti i vostri averi"
Taipan reagendo di istinto si gettò come un furibondo nella mischia, io rimasi inebetito.
Ero in locanda ed il sapore di quel favoloso maiale mi invadeva dappertutto, una nebbiolina mi separava dai due sconosciuti, ma non ne diedi importanza, ordinai altra birra, ed una favolosa ragazza, dalle mani sottili ed affusolate mi slacciava la mia armatura ad anelli...
Ad un tratto mi trovai a Nujale'm, circondato da belle donne, avevo vinto al casinò ed avevo monete da spendere... e per gli dei... soldi ben spesi!
"Che succede" " Diamine"... urlai... una secchiata d'acqua... era tutto vero... Taipan, l'assassinio... il fuoco accesso... l'imboscata.
"Che... che succede"... queste le uniche parole che uscirono dalla mia bocca.
Era giorno ed io stavo legato ad un palo con il torso nudo...
Difronte a me Taipan, vestito con abiti di stoffa rideva mentre mangiava una coscia di pollo...
"Che diamine... per Morgia... Porca Delanna... che succede???"
Calmati Fratello, sei caduto in battaglia come una femminuccia...
Mi slegò, mi invito' a seguirlo nella tenda del capo dei furfanti... nella tenda di Jaren... cosi' la chiamò... come se fosse in confidenza... come se durante la notte qualcosa fosse cambiato.
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MessaggioTitolo: Re: L'origine Dei Mastrorill   L'origine Dei Mastrorill Icon_minitimeVen Giu 29, 2007 7:23 am

II Parte
La Tenda:

La tenda era molto elegante nella sua semplicità, era di cuoio rinforzato, uno splendido tappeto la percorreva per tutta la sua lunghezza, quasi a dividerla in due, da una parte come gettate in mucchio risplendevano armi di ogni tipo, sembravano di argento... Uno scudo d'oro era poggiato a terra e recava un simbolo, forse era una fenice o un drago... non ebbi tempo di mettere a fuoco che la mia vista fu invasa dal luccichio di splendide pietre e gemme... esse ricoprivano un cofanetto d'oro che era poggiato su una piccola scrivania che era illuminata solo da una debole e fievola luce di una candela.
Cercai di focalizzare la fievola luce e all'improvviso feci un salto all'indietro:" Ma che diamine..."
Jaren stava seduta al lato della tenda, illuminata dalla piccola luce della candela, ma perfettamente mimetizzata con l'ambiente circostante...
Ero riuscita a scorgerla solamente perchè lei aveva voluto...
"Fratello... ma sei proprio una femminuccia..."
Era la voce di Taipan che mi sbeffeggiava nuovamente, rideva... rideva il maledetto, rideva di me, della situazione...
Io ancora spaventato e intontito... la testa mi duoleva... fui invitato a sedermi...
mi fu portato da mangiare...
Taipan prese la parola:
"Belgarion... disse... lei è Jaren, e ha la stessa nostra cicatrice sul petto...
Questa cicatrice ci ha salvato la vita, durante la battaglia tu cadesti sotto i colpi di uno spadone, ma non di taglio, di piatto... la loro intenzione non era ucciderci... perchè cosi' ordinò Jaren...
infatti, lei notò il nostro marchio in quanto la mia maglietta fu lacerata da un pugnale...
Fummo legati ed imbavagliati...
Prima di mostrarmi la sua di cicatrice, volle sapere tutto di noi, ma io non avevo niente da dire sul tuo conto, ma molto su come quella sera ero arrivato alla locanda e di come il racconto di Nabuck lo portò alla sua stessa morte."
"Quello che ti racconterò è il frutto di 10 anni di ricerche, e soprattuto, adesso che ho incontrato jaren, la mia storia puo' essere quasi completa..."


La Storia:

"Vedi Belgarion, la nostra cicatrice non è casuale, la forma che noi pensavamo fosse essere un tridente rovesciato in realtà è una M... la M di Mastrorill, la nave che comandava Nabuck... uno squallido pirata di Buccaners"
"Taipan... fermati... M... Mastrorill... Nabuck... Pirati... maledetti dei, non sto capendo niente... ed ho un gran Mal di testa..."
"Hai ragione, iniziamo dal principio... anzi tu chi sei?"
"Io?..." Ero quasi incredulo per quella domanda... diamine..." Io sono un sommo sacerdote della Gelida, un suo accolito... Mio padre è una guardia di Vesper, anzi se mai uscirò da questa storia giuro.. giuro..."
"Non giurare fratello"..."o forse cugino" ... Mi interruppe la voce di Jaren... " tu non sai nemmeno chi sia tuo padre... forse tua madre... ma non tuo padre"
Mi alzai di scatto, indietreggiando feci per estrarre il mio pugnale malese... che non trovai.., caddi rovinosamente a terra, inciampando in quel mucchio di armi gettate alla rinfusa alle mie spalle...
Scoppiò una risata fragorosa...
Fui sollevato e invtato nuovamente a sedermi...
"Ti dovremo legare... è per la tua incolumità" ... e continuavano a ridere...
Iniziò Jaren: " Tutto ebbe inizio a Nujle'm... la nostra non è una cicatrice, è un marchio... vedi quando eravamo ancora molto piccoli fummo marchiati a fuoco... noi siamo i figli delle meritrici di Nujale'm... figli di chissà quale padri... siamo fratelli bastardi...
Taipan interruppe con un gesto Jaren: " Vedi forse l'incontro di ieri sera non è stato del tutto casuale... fose è stato voluto... Io dopo anni di ricerche finalmente iniziai a capire... i tasselli di questo complicato mosaico si iniziavano ad intrecciare...
Ieri Nabuck, mi ha raccontato la sua storia...o meglio la nostra...
Noi, in età molto piccola, fummo venduti... fummo rinchiusi in una gabbia di legno e ferro e deportati da Nujale'm a Buccaners.
Lungo il tragitto avvenne la nostra deturpazione, fummo tutti marchiati a fuoco con la M... il simbolo della Mastrorill una delle navi pirate più grandi dell'epoca...immensa a detta di Nabuck, leggendaria...
Quella deportazione di bambini non la subimmo solo noi umani, ma c'erano anche bambini con la pelle più scura del carbone , e dei mostri con la pelle verde.
Fummo tutti marchiati ed i più fortunati di noi venduti come schiavi.
Io ebbi molta fortuna, fui allevato ed accolto in una famiglia, come un figlio, fui avviato alla via delle armi...
I miei genitori adottivi erano molto anziani, ed io non ebbi tempo di imparare a leggere e scrivere che essi morirono, ma in punto di morte, mi svelarono la mia identità... Io non ero un loro figlio legittimo, ma un bastardo...comprato per pochi soldi in uno squallido mercato.
Promisi a me stesso, anche se ci sarebbe voluta tutta la vita, di cercare le mie origini."
Il volto di Taipan era gonfio di lacrime e rabbia, dolore e gioia, gioia perchè forse dopo 10 anni di richerche in una sola notte era riuscito a ritrovare due fratelli.
Le sue parole furono interrotte da Jaren che mi raccontò brevemente e concisamente la sua storia, probabilmente molti particolari li evitò... chissà o non si fidava ancora appieno di noi, oppure li riteneva non importanti...
Disse semplicemente che riuscì a scappare da quell'orrendo mercato, e vagando per la città fu accolta da un altro pirata... La Prief, il quale prima la affidò a sua sorella, e poi iniziò a portarla con se, insegnandole l'arte del sotterfugio.
Io le chiesi come fece a scappare dalla prigionia... quanti anni avesse... e quanti anni avessimo noi, in quanto non avevo memoria di tutti questi fatti... ma le sue risposte furono molto evasive ed io non volli insistere.
Io non ricordavo assolutamente niente di tutta questa storia... Jaren disse che probabilmente a causa del dolore e delle sofferenze provate la mia mente aveva preferito rimuoverle...
Non mi restava che tornare al più presto a Vesper e chiedere spiegazioni a colui che fino a quel momento avevo ritenuto essere mio padre.
Fortunatamente loro non erano ricercati negli stati liberi, l'omicidio commesso da Taipan venne in secondo piano, adesso io dovevo sapere la verità sulla mia infanzia...
Ci ripulimmo, mangiammo frettolosamente e ci mettemmo in marcia verso la ridente Vesper, se non ci fossero stati imprevisti, all'alba avremmo visto la porta Nord.
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MessaggioTitolo: Re: L'origine Dei Mastrorill   L'origine Dei Mastrorill Icon_minitimeVen Giu 29, 2007 7:24 am

III Parte
L'incontro con mio Padre:

Quella mattina faceva molto freddo, aveva piovuto molto nei giorni precedenti ed il sole sembrava che faticasse ad alzarsi.
Alle prime luci dell'alba giungemmo come previsto alla porta Nord di Vesper, due guardie a cavallo ci chiesero di identificarci,evidentemente non mi avevano riconosciuto, mi qualificai com Belgarion, figlio del comandante delle guardie della porta Ovest.
Mi salutarono e ci lasciarono passare.
Ci recammo alla porta ovest, attraversammo il ponte che collega la porta nord alla banca al galoppo, consegnammo i nostri cavalli ormai molto stanchi a Rutherford il quale ci consegno' una ricevuta da presentare per il successivo ritiro.
"Biada e Carote" incalzò Taipan..."per il mio Blu.. si intende"...
Rutherford fu quasi spazientito per quella raccomandazione, ma quando l'affascinante Jaren gli porse un fiasco di vino tutto finì in una risata.
Quasi per destino, in quell'istante arrivò mio padre, con un drappolo di guardie al seguito.
"Padre..." esclamai..."Figlio mio, sono due giorni che non ho tue notizie, dove sei stato?"
"Padre... chi sono io? Quale e' la mia storia?"
"Ma cosa stai blaterando?..."
Si guardò intorno e scorse gli sguardi di Taipan e jaren ed allora capì tutto...
"Andiamo, andiamo in locanda, dobbiamo parlare, suppongo che loro siano i tuoi fratelli..."
In fila e senza parlare ci dirigemmo verso la locanda, cosa mi avrebbe atteso?
Chissa quale altra dura verità avrei dovuto ancora sopportare...

La Verità:

Giunti in locanda, ordinammo delle caraffe di Birra, io declinai, non volevo bere, volevo rimanere lucido, ma mio padre forse aveva bisogno dell'alcol per poterci dire come stavano effettivamente le cose...
Jaren diede al locandiere un sacchetto con del denaro..."Per le birre, e che nessuno ci disturbi".
"Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento, ma voglio che tu capisca che per me e per tua madre tu sei e sarai sempre il nostro bambino..." e con le lacrime agli occhi ci racconto' la sua triste verità.
La soria era simile a quella che già mi era stata raccontata... fu aggiunto qualche particolare.
Mio padre con dei suoi colleghi, un giorno si trovarono al mercato di Buccaners, stavano indagando su dei misteriosi furti avvenuti a Vesper, quando alle loro orecchie giunsero i pianti ed i lamenti stazianti di alcuni bambini tenuti prigionieri in una squallida gabbia, ammassati uno contro l'altro, come le bestie disse...
Si commossero e decisero di comprarli per adottarli e crescerli come figli.
Gli fu assicurato che i tre più piccolini, io, Obron e Batts, eravamo figli della stessa madre.
Si promisero di non farne parola con nessuno...
"Dunque"... disse Taipan rivolgendosi a Jaren... " Belgarion, Obron e Batts figli della stessa madre..., Chissà se noi siamo fratelli di sangue"...
"Ma quindi... chi diavolo sono Obron e Batts?.. dove li possiamo trovare?"
"Obron è diventato un mascalzone, un assassino... è appena uscito di prigione, mentre Batts è un minatore, lavora sodo in miniera, ha perso il padre qualche anno fa... è morto combattendo affianco a me, mi ha salvato la vita... eravamo caduti in un imboscata di un gruppo di malkavian... maledetti...
"Obron ogni fine mese, va a fare visita a colui che si fa chiamare il losco individuo... nessuno sa il nome, ma sono sicuro che lo troverete li..."
"Altri fratelli da trovare" aggiunse Taipan...e rivolgendosi a mio padre "Ma in quanti eravamo in quella gabbia?"
"Non eravate solo voi... e affianco alla vostra ce ne stava una uguale con drow e mezzorchi, ma non ho idea della loro sorte, siete tutti accomunati dalla M, il simbolo della Nave del terrore..."
Presi la parola" Bene Padre, è giunto il momento di ritrovarci, e se voi siete d'accordo costruiremo una famiglia e il nostro compito sarà ritrovare i nostri fratelli perduti."
"Per prima cosa compreremo una casa, dove poterci ritrovare, abbiamo moltissime cose da dirci... ma prima ancora dobbiamo trovare Batts e Obron".
Cosi' congedammo mio padre, lo ringraziammo per la sua storia e ci dirigemmo alla volta della miniera di Vesper.

Gli altri fratelli:

Non speravamo che entro la giornata fossimo riusciti a ritrovarci tutti, ma per volere della Gelida, ciò accadde.
Trovammo Batts in miniera, che lavorava, non indossava la maglietta, ed il marchio a forma di M era ben visibile sul petto, lo avvicinammo, gli raccontammo la storia...
Con lui ci dirigemmo alla ricerca di Obron, o meglio fu lui a trovare noi...
In un tentativo mal riuscito di borseggio, Taipan lo afferro al polso e lo prese a cazzotti.
Mi ricordai le parole di mio padre ..."se pur figli della stessa madre, Obron ha la pelle piu' scura della vostra..."
"Fermati Taipan"...
Mi avvicinai e gli alzai la maglietta, sul petto aveva la solita deturpazione a forma di M, come tutti noi.
"Ringrazia che sei mio fratello, altrimenti mi toccava ammazzarti a suon di cazzotti" disse Taipan...
Ma Obron estrasse fulmineamente un pugnale e ferì al braccio Taipan, il quale rabbrividì per il dolore.
"Lo inseguo io"... disse Jaren..." tu pensa a lui"
"An Nox"... dissi semplicemente e finendo di recitare la preghiera appoggiai delicatamente la mia mano sul braccio di Taipan..." Adesso vedrai che starai meglio"


La Casa:

A notte ormai inoltrata riuscimmo a trovare Jaren che chiaccherava con Obron in locanda... gli aveva raccontato tutta la storia, ma Obron ancora diffidente volle vedere tutte le nostre cicatrici...
Decidemmo di comprare una casa come punto di base dal quale far partire le nostre ricerche per trovare gli ultmi fratelli...
"Sicuramente tuo fratello sarà un mezzorco"... disse Obron " sei brutto come uno di loro"...
e scoppio' la rissa tra di noi... Il locandiere fu costretto a chiamare le guardie che ci sbatterono fuori...
Ci dirigemmo al porto, e passai tutta la notte a sentire le storie di furti e assassinii di Obron, il quale disse che con i suoi ricavati di innumerevoli borseggi avrebbe comprato una casa, la casa della famiglia Von Mastrorill.
Cosi' ci saremmo chiamati da quel momento, tranne Jaren ed i suoi fratelli che avrebbero portato il cognome La Prief.


Ultima modifica di il Sab Giu 30, 2007 4:59 am - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: L'origine Dei Mastrorill   L'origine Dei Mastrorill Icon_minitimeVen Giu 29, 2007 9:38 am

“Il senno mi ha completamente abbandonata Padre, soltanto scrivendoti queste righe posso cacciare la paura questa notte, forse è un modo per giustificare il mio folle viaggio.
Sono a poche ore dalla città chiamata Vesper, il luogo in cui mi raccontasti valenti guerrieri venerano la gelida signora, dispensatori di morte che diffondono il verbo di Morgia. Preferisco accamparmi nel fitto della boscaglia questa notte, soltanto alle luci dell’alba varcherò i cancelli della città, non intendo usare il sotterfugio delle ombre per entrare, non posso rischiare di essere presa per una straniera in cerca di guai, mi hai sempre detto che lì non vanno tanto per il sottile con chi non venera la loro dea. Ho solo bisogno di risposte, di capire chi sono realmente.
Mi hai raccontato di avermi trovato a Buccaners durante una tua missione, un orfana mal nutrita che a mala pena aveva imparato a stare in piedi, mi hai presa con te portandomi a Kowloon, sono diventato tua figlia e tua allieva. Mi hai insegnato a combattere, a non aver bisogno di nulla se non del mio corpo per affrontare il mio nemico. Mi hai insegnato l’equilibrio che esiste tra il bene e male, che l’ombra non può esistere se non c’è la luce e viceversa, due facce della stessa moneta, che il sommo guerriero cammina nel mezzo. Ho trascorso anni sereni nel tuo dojo, ho soffocato l’inquietudine del non sapere chi ero allenandomi senza sosta, preparandomi alla prova che avrebbe decretato il mio destino. Il tuo più grande dono è stato la libera scelta, avrei deciso io liberamente se seguire la via della tigre o quella del drago. L’altro giorno mi hai detto che sono pronta ormai, ma non posso affrontare la prova se prima non combatto contro il mio più grande demone. Chi sono realmente, perché sono stata abbandonata, cosa sarei diventata se non mi avessi trovato tu.
Troppe le notti in cui il mio sonno è stato aggredito dallo stesso incubo angosciante, nel buio sentivo braccia possenti che mi stringevano i polsi, il crepitare del legno attorno a me come se fossi in una grande bara, e poi una luce incandescente che si avvicinava al mio petto, le urla e poi più nulla. Ogni notte mi sono risvegliata madida di sudore con la cicatrice che mi pulsava, le lacrime incontrollabili che rigavano il mio viso.
L’altra mattina è successo qualcosa. Dopo averti accompagnato al porto, mentre vedevo la tua nave allontanarsi la mia attenzione è stata attirata da una pergamena attaccata ad un pilone del molo. Una grande M disegnata e sotto scritto “Taipan , Vesper”. Le mie gambe hanno cominciato a tremare senza che me ne accorgessi, poi ho capito. Ho aperto i primi bottoni della camicia, con la mano sinistra seguivo il tratto di quella lettera, con la destra toccavo la cicatrice sul petto.. non una cicatrice, un marchio!
E poi la follia che mi ha spinta a imbarcarmi per il continente, senza aspettare neanche il giorno dopo una nave direttamente per Vesper, a cavalcare tutto il giorno e tutta la notte su lande sconosciute per incontrare il mio destino.
All’alba cercherò questo Taipan padre, chiederò a costui cosa significa quel simbolo e perché ce l’ho impresso a fuoco sul mio petto, all’alba forse la mia agonia sarà finita. Ora ho soltanto sonno, invoco l’oblio prima che il mio incubo mi colga ancora…

Tua Figlia,
Serina”
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